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Le piramidi egizie Maggio 12, 2010

Posted by alexia11 in Uncategorized.
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Trascorro qui soltanto alcuni giorni all’anno. La mia vita si svolge proprio nel centro dei problemi attuali, in cui si devono risolvere problemi seri e di responsabilità.
Avvenne così che un giorno, trovandomi a Riga per delle conferenze per esigenze di attività im-prenditoriale, uno dei miei ascoltatori mi mostrò delle fotografie di questo piccolo angolo di natura campestre. Giunto qui, vidi che questo luogo era completamente abbandonato, ma mi stupirono gli alberi che lo “popolavano”. Qui si sentiva la pulizia caratteristica dell’aperta campagna. Gli alberi parlavano dell’eternità benefica della natura. Non basta, quel giorno fui fortunato: il cielo sopra la mia testa era limpido ed ebbi la percezione che la coscienza avesse acquisito un orizzonte più ampio, alla mente si apriva nuovo spazio. Dopo di ciò, naturalmente cercai subito di acquistare quel posto. Per metterlo in ordine non fu necessario molto tempo, organizzai e costruii tutto molto velocemente. Ad esempio, la casa che vedete di fronte a voi un tempo era una stalla. Però, quando finii la prima fase di ricostruzione, percepii che l’atmosfera di questo luogo, oltre alla pace interiore, contribuiva ad aprire, all’interno di me, le dimensioni dell’anima. Mi venne voglia di rispecchiare e formalizzare la mia comprensione di quello straordinario angolo di natura.
Fino a quel momento non avevo mai pensato alla piramide. Indubbiamente mi piacciono molto le famose piramidi egizie. Però cosa si nasconde al loro interno? In Egitto la piramide simboleggia la civiltà dei morti, dei sepolcri dei grandi faraoni, mentre per me la piramide è l’incarnazione della geometria dell’eternità della vita. Cominciava ad essere importante per me rappresentare questa possibilità di formalizzazione della vita dall’eternità.
In tutto il mondo, da circa vent’anni le piramidi sono diventate un elemento architettonico di vari edifici, sia industriali che cittadini. Ma a mio parere la piramide spesso si presenta come un elemento di pomposità tecnica. L’anima non si rilassa in piramidi così. Quando vidi la piramide di Beaubourg a Parigi, mi sembrava non tanto ridicola, quanto offensiva di tutta l’eminente arte europea.
Trovandomi qui, in questo luogo, sul terreno di questa sconfinata natura “fanciulla”, diventata parte integrale dell’eterno tempo antico incontaminato, in qualche minuto, da alcune assi, tubi e lunghe aste, stabilii la proporzione adeguata.
Il problema della costruzione della piramide consiste nell’estrinsecare e rappresentare l’essenza di una certa proporzione di spazio e forma che possa diventare un elemento funzionale nella inter-mediazione tra l’artista e l’universo, tra l’uomo ed il suo ambiente vitale. Proprio per questo la piramide possiede per me un significato metafisico. Essa consente all’uomo di vivere un’esperienza spirituale che lo rende parte intrinseca della mente.
La piramide è molto semplice.
Voglio evidenziare che, nella costruzione della piramide, sono stato fortunato. Il lavoro è stato realizzato da un’impresa di Riga che, sebbene fino alla fine non abbia capito il proposito, diligen-temente ha realizzato l’incarico. In risposta ai dubbi che sorgevano, rispondevo: “Fabbricate sulle fondamenta di queste proporzioni e misure che io ho stabilito. Ecco tutto”. Quando la piramide fu completata, si rivelò perfetta nella sua semplicità. Per me invece era un rifugio funzionale in mezzo a quella settentrionale, nordica solitudine. La percepivo dentro di me. Nell’attività pratica, la uso come sala lezioni per insegnare l’arte. Alta arte. Qui svolgo lezioni per i miei ascoltatori da tutto il mondo, procurando loro, in tal modo, un riposo per l’anima. Loro arrivano qui per sfiorare l’essenza propria dell’arte.

Antonio Meneghetti